L'arte del dettaglio. Sulle rocce di Capri, Van Gogh, Pan ed Egon Schiele
"Seguire le peripezie avventurose del pensiero di Salomon Resnik nello scritto L'arte del dettaglio - come in genere nella sua opera - significa accogliere il suo invito alla commensalità o al conversare, ad aprirsi ad una "estetica della vita quotidiana" per cui rocce e reperti archeologici, fenomeni atmosferici e tempeste emotive, capolavori artistici e phantasieren psicotico convergono, come potenziali interlocutori, nel tentativo di misurarsi con quello che Holderlin chiamava Abgrund der Menschen, la dimensione abissale dell'umano. Rispetto alla ricerca del vero significato di un oggetto o di un prodotto, l'ermeneutica di Resnik è un "sapere del possibile", un'interminabile ricerca del vero da parte di chi sa di non poter mai approdare alla verità. In tal modo la sua iconologia non ha alcuna presunzione classificatoria: mostra una irresistibile propensione a porre domande, ma ha la saggezza di astenersi dal formulare risposte, muovendosi lungo quell'incerto confine tra sensorialità e pensiero, tra dicibile e indicibile, tra presenza e assenza che caratterizzano l'aspetto eternamente aurorale della poiesis." (dallo scritto introduttivo di Alberto Panza)