La ragazza dalle nove dita
Laura ha trentaquattro anni, un ottimo lavoro all'Iberia, un ragazzo che la ama e nove dita. Sul suo mignolo mancante e sulla sua infanzia, nella Barcellona degli anni Settanta, aleggia l'ombra di un mistero. Per svelarlo Laura decide di scrivere un diario "con valore retroattivo", in modo da mettere nero su bianco un passato di cui curiosamente non le resta nessuna fotografia: i suoi genitori, infatti, ex militanti del fronte antifranchista, sono sempre stati convinti che i ricordi autentici non abbiano bisogno di essere immortalati, perché basta registrarli nella mente come ritratti immaginari. Eppure, quando sua sorella Moira trova per caso in un mercatino delle pulci la fotografia di due bambine che assomigliano come gocce d'acqua a loro da piccole, Laura si convince che le abbiano tenuto nascosto qualcosa. E se il mondo fosse come una moneta, in cui "su una faccia c'è una bugia e sull'altra tutte le verità possibili"? Così, nel suo romanzo d'esordio, Laia Fàbregas, muovendosi con maestria sulla labile linea di confine tra realtà e immaginazione, ricostruisce le vicende di una famiglia sullo sfondo della travagliata transizione dalla Spagna franchista alla democrazia e racconta la storia commovente di una donna alla conquista della propria identità.
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