Il letterato: usi e costumi. Da Confucio a Barthes, la storia bizzarra di una specie anomala
Leggono i testi, li raccolgono, li editano, li commentano, li trasmettono alle generazioni future, producono a loro volta degli altri testi: sono i letterati, apparsi in mezzo a noi già da qualche millennio. Votati allo scritto, formano lo zoccolo di una civiltà garantendone la continuità, ma partecipano anche alla sua contestazione. Per lo più invisibili o sconosciuti, compongono una comunità segreta unita nel tempo e nello spazio da riti condivisi, da abitudini analoghe, da affinità misteriose. Chi sono? Come vivono? Dove abitano? Cosa mangiano? A quali amori si dedicano? Come nascono e come muoiono? A tutte queste domande e ad altre ancora questo saggio dà risposte precise e concrete, con ironia e divertimento. Si può leggere come la descrizione di un mito fondante delle civiltà delle lettere, da Confucio a Barthes, passando per Cicerone, Petrarca e Freud, ma forse è meglio considerarlo un invito a staccarsi dall'esistenza ordinaria per entrare in un'altra, in relazione al mondo e alla storia.
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