Il gatto di Montaigne
Nel 1570, a trentasette anni, Michel de Montaigne diede le dimissioni dalla magistratura e si ritirò a vivere nel suo castello in Dordogna, nel Sud della Francia, a meditare e cercare di riprendersi dai recenti lutti che lo avevano colpito: la morte del migliore amico, del padre e del figlio primogenito. Sul soffitto della sua biblioteca scrisse una frase di Lucrezio, che sosteneva che non ci fosse alcun piacere in una lunga vita. Ma l'ozio, invece di calmare la sua mente, finisce per stimolarla e Montaigne comincia a scrivere, dando vita ai "Saggi", analisi brevi e fulminanti su una grande varietà di argomenti. E a poco a poco, nel corso della stesura della sua opera, Montaigne supera il proprio pessimismo storico ed elabora una nuova filosofia dell'esistenza. Cancella la frase di Lucrezio e comincia ad apprezzare la vita, soprattutto attraverso le sue manifestazioni sensoriali: la carezza di una persona cara, il profumo del suo stesso farsetto, l'intelligenza del suo gatto, il gusto di un buon bicchiere di vino... Saul Frampton in questo libro racconta uno dei più divertenti e profondi pensatori del Rinascimento, i cui scritti ancora oggi possono rappresentare per i lettori una guida per affrontare le difficoltà della vita quotidiana.
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