Quasi un diario. 2.2003-2013
Nel secondo volume di "Quasi un diario", continua la raccolta degli scritti di Mario Botta (dal 2003 al 2013). In una singolarità acuta e partecipe della scrittura, si apre e si svolge un orizzonte smisurato: incontri, memorie, vissuto, l'inesauribile riflessione sull'architettura, le aperture al pensiero, alla letteratura, all'arte, a testimonianze contemporanee. Fuori da codificazioni situazionali, l'originalità dell'opera di Botta sembra coniugarsi nella dialettica tra il qui dell'esistenza, il primo sguardo e un'apertura incondizionata al di là del "confine". Così il suo percorso ideale: dalla casa, alla città, ai luoghi della cultura, alle architetture del sacro, alla concezione stessa dello spazio riconsiderato nell'immensità dell'esistenza. Una presenza, Mario Botta, che può essere una conferma di quella frontiera (di quella "svizzeritudine") che, in un lascito di cultura, sa arrivare all'austerità di un primordio: l'alfabeto di Klee, la sublimità della figura che cammina in Giacometti, la sconfinata lingua di Varlin. Si osservi nel volume la sequenza dei disegni: un racconto continuo nella pagina bianca del mondo.
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