L'idiota. Una storia letteraria
Secondo etimologia, l'idiota è colui che «fa parte per se stesso»: colui che non si fida delle apparenze e delle appartenenze. Dove gli altri cercano formule e sicurezze, egli trova invece la metamorfosi, la fluidità delle forme, in una natura cangiante e indomata. L'idiota allora è l'ispirato, il sapiente, l'uomo che sente le voci; ma anche, nella storia che prosegue, l'estraneo sempre più radicale, l'eretico, il fool, o l'astuto simulatore di una comunanza che in realtà non lo avvince per nulla. Questo libro ne tenta una storia, che è lunga e multiforme come poche. Dal sapiente greco al buffo di Aristofane, dal Dioniso di Euripide al Socrate che sa di non sapere, fino a Lucrezio e a Dante poeta e profeta: ecco una genealogia, che si apre poi alla modernità di Machiavelli, Bruno e Campanella, di Shakespeare, Cervantes e Diderot, per arrivare alle figure complesse inventate da Leopardi e Stendhal, da Hawthorne e Melville, da Dostoevskij e Tolstoj, e ancora Kafka, Walser e Virginia Woolf. Ogni volta l'idiota riemerge o si nasconde, per ignorare la realtà più imperiosa. Nella profondità della sua finzione, egli coincide in buona parte con la letteratura stessa.
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