Diario dell'occhio
Un libro, amava dire Giorgio Manganelli, non è altro che il supporto della sua copertina. Dev'essere partito da una credenza simile, Marco Belpoliti, nell'ideare e realizzare la rubrica all'interno della "talpa libri - della quale qui raccoglie cento numeri, pubblicati fra il 1998 e il 2003. Pezzi, non a caso sempre corredati da un'illustrazione a colori, che per la prima volta si proponevano di offrire, delle novità librarie di giornata, un'interpretazione in chiave "visiva": a partire, appunto, dall'immagine e dalla grafica di copertina. Questo libro si può leggere in almeno due modi: da un lato come prontuario dell'immaginario grafico dell'editoria italiana in un tempo di trasformazione come il nostro; e in quanto tale, come osserva il grande grafico Italo Lupi nella prefazione, è un formidabile strumento di storia e sociologia live della nostra cultura del libro. Dall'altro, spiega bene Mario Barenghi nella postfazione, si pone a modello di una critica dell'immaginario che sia non solo e soprattutto non tradizionalmente "letteraria" bensì attenta alle pieghe, ai margini e agli sconfinamenti tra retoriche della parola e dell'immagine.
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