Darwin e i suoi amici
Ogni scoperta scientifica ha sempre dei precursori che la anticipano, dei coevi che la sostengono, e degli epigoni che in qualche modo la "tradiscono". La teoria dell'evoluzione non fa eccezione: Darwin non è stato una meteora solitaria, ma il sole al centro di una costellazione di pianeti. E sebbene sul grande naturalista e i suoi "interpreti" esista una letteratura sconfinata, poco esplorata è la "ricezione" dell'evoluzionismo in latitudini culturali molto lontane dall'Occidente autarchico. Giorgio Celli, attento studioso dell'opera darwiniana, in questa sua agile esplorazione si prefigge di colmare proprio tale lacuna. Attraverso undici brevi e gustosi saggi ci racconta di come, fra Sette e Ottocento, Buffon, Geoffroy de Saint-Hilaire e Lamarck prepararono "l'avvento" della celebre teoria senza capire fino in fondo la portata delle loro intuizioni. Nel corso dell'Ottocento, Darwin trovò il consenso convinto di personaggi come Thomas Huxley ed Ernest Haeckel, che lo difesero strenuamente da avversari eminenti come Owen e Cuvier. Scopriamo come sul finire dell'Ottocento alcuni scienziati e scrittori italiani, tra cui il Fogazzaro di Piccolo mondo antico, cercarono di conciliare l'evoluzione con la dottrina cattolica. Infine, approdati al Novecento, quali derive subì l'evoluzionismo nei contesti culturali e religiosi più "lontani" dal nostro? Ma alla fine l'avventura dell'evoluzione continua, e nel Duemila Darwin resta per i biologi contemporanei il grande suggeritore.
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