La fine del mito della quota di mercato
Esiste nelle dottrine economico-manageriali un vero e proprio "credo", nato negli anni Settanta e "inculcato" nei decenni successivi nella mente di migliaia di manager in tutto il mondo: il messaggio che quanto maggiore è la quota di mercato, tanto più crescono le opportunità di profitto per l'impresa. È ormai da tempo che si avverte la necessità di un salto culturale rispetto a questo habitus mentale. In questo libro - nato in seno alla prestigiosissima Harvard Business School - si sfida la fede nella quota di mercato e le si offre un'alternativa. La questione essenziale che il libro presenta e risolve è così riassumibile: "In un mercato fortemente concorrenziale e maturo, dove innovazioni sostanziali sono di fatto assenti, come può un manager ottenere un aumento sostenibile dei profitti senza tagliare ulteriormente i costi, né innovare?" Nei mercati maturi molti player, con il loro comportamento competitivo - che si può definire a volte aggressivo, altre difensivo - non fanno altro che distruggere i profitti. Gli aggressivi tentano di incrementare la propria quota di mercato facendo leva su prezzi sempre più bassi, senza però tener conto delle conseguenze per i profitti, mentre i difensivisti tentano, per questa stessa via, di mantenere la quota conquistata.