Accadde a Boston?

Accadde a Boston?

Uno stormo di piccioni curiosi, un bimbetto di otto anni, un gatto morto, un mercante di quadri, un gruppo di artisti e un inquietante agente delle assicurazioni mettono in scena una vicenda quanto mai bizzarra che, come non accadeva dai tempi di Edgar Allan Poe, proietta sull'impeccabile Boston le macabre tonalità del racconto nero. A narrarla è un personaggio forse matto, probabilmente geniale, certo misterioso, in grado di viaggiare nel tempo e nello spazio senza mai muoversi dalla panchina di un parco: una volta è un sellaio nella Venezia del Trecento, un'altra un giovane mercante in una Cadice impregnata di umori mediterranei. Ma, cosa ancora più importante, il nostro protagonista è capace di dipingere come Leonardo e, a sua insaputa, viene coinvolto in un rocambolesco tentativo di truffa che fa del suo agente il suo peggior nemico e di sua moglie una ladra infedele. Ecco perché, imbattutosi in un polveroso volume di negromanzia, si mette di buona lena alla ricerca di Dio, "quell'insensibile padre", con il preciso intento di ucciderlo. Poco importa se la ricetta dell'antico mago esige bazzecole quali le morti violente di sette innocenti, lui tira dritto fino all'apocalittica conclusione di questa grottesca, comica, agghiacciante storia, lasciando il lettore a tormentarsi con una domanda: ma davvero accadde a Boston?
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