Mhudi

Mhudi

Ultimato tra il 1917 e il 1920, ma uscito per una piccola stamperia solo nel 1930, a causa dei pregiudizi e degli ostacoli che colpivano gli autori neri, "Mhudi" è il primo romanzo in lingua inglese - e in qualsiasi lingua europea - scritto da un sudafricano di colore. Siamo nel 1830, sullo sfondo delle distruzioni provocate dai conflitti interetnici. Il re dei feroci Matabele, Mzilikazi, lancia una campagna di sterminio contro la pacifica tribù dei Barolong. Mhudi, "la mietitrice", scampata alla strage, durante la fuga incontra Ra-Thaga, "l'uomo-uccello", un sopravvissuto come lei. Il destino della giovane coppia sarà quello di amarsi in questo tempo di guerra ritagliando al proprio amore una dimensione idilliaca. Fino a quando, ritrovati gli altri superstiti, si uniranno all'alleanza tra i popoli sconfitti e i pionieri boeri - scappati dalla Colonia del Capo, di dominio degli inglesi, e in cerca di terre fertili dove stabilirsi - contro i Matabele. La separazione finale dai boeri non cancellerà la solidarietà e sancirà così la possibilità di credere in una società migliore, a testimonianza della volontà dell'autore di trovare un punto d'incontro con la componente bianca del Paese, nel reciproco rispetto, una volontà rappresentata dall'amicizia tra Ra-Thaga e il nobile boero De Villiers.
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