Terrore ad Harlem
Dicembre 1942, XX dell'Era Fascista e terzo inverno di guerra. Mentre la dittatura di Mussolini si avvia ingloriosamente verso la fine, l'investigatore privato Bruno Astolfi, un ex commissario di polizia radiato dal ruolo per le sue simpatie antifasciste, è coinvolto in un'indagine che, ancora una volta, lo porta a ficcare il naso negli studi di Cinecittà. L'occasione è rappresentata dalla lavorazione di Harlem, una pellicola diretta da Carmine Gallone fortemente voluta dal regime per scopi propagandistici. Chiamato a garantire la sicurezza sul set del film, che utilizza come comparse oltre centocinquanta prigionieri di guerra, Astolfi trova ben presto pane per i suoi denti di investigatore. Durante le riprese di Harlem, Tony Mannello, un pugile italo-americano assoldato dal regista Carmine Gallone come consulente sportivo, viene trovato impiccato nel suo appartamento. Una carta dei Tarocchi, trovata accanto al corpo, collega la morte del boxeur a quella di Giuditta Comodi, una cartomante dalla dubbia reputazione. Ma la serie di omicidi, scandita con macabra puntualità, sembra non interrompersi. Un sergente americano, comparsa nel film di Gallone, e una giovane prostituta cadono a loro volta sotto i colpi del misterioso assassino dei Tarocchi. Prima di smascherare il colpevole, Astolfi avrà modo di conoscere il regista-scrittore Mario Soldati e il giornalista Indro Montanelli, e di assistere alle esilaranti esibizioni di Aldo Fabrizi e dei fratelli De Filippo.