L'evoluzione della mente
In una lettera del 1857 a un collega, Charles Darwin dichiarava che, nel libro sulle "trasmutazioni" al quale stava lavorando da anni, non avrebbe parlato dell'uomo, per timore dei pregiudizi che gravavano sulla questione, anche se ammetteva che proprio quello fosse "il problema più alto e interessante per un naturalista". Per secoli, il corpo, la mente, le emozioni sono stati considerati sfere distinte e, come ricorda Giulio Giorello nell'Introduzione, "alla spiegazione naturalistica si è spesso opposto il mistero della mente umana, così duttile, flessibile e complessa da eludere qualsiasi modello scientifico". Man mano che il patrimonio di informazioni in campo genetico, biologico e neurologico si è ampliato, la sfida per gli scienziati è diventata riuscire a spiegare come l'evoluzione possa aver generato, fra i 150.000 e i 45.000 anni fa, la mente umana, ovvero quell'insieme unico di facoltà che comprendono il linguaggio, la capacità astrattiva, l'immaginazione, il senso morale e quello religioso. In questo libro, agile e di facile lettura, Telmo Pievani ha raccolto e rielaborato gli interventi di alcuni studiosi che hanno partecipato alla Conferenza mondiale sull'evoluzione con l'intento di offrire un quadro delle conoscenze attuali sullo sviluppo cognitivo e culturale della nostra specie. Una questione rispetto alla quale la teoria neo-darwiniana può fornire uno schema di comprensione che mette in discussione i confini tra istinti, emozioni e pensiero razionale.
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