Vangelo di Giuda
Dove ancora non è giunta la Storia, possono talvolta arrivare le storie, quando nascono dal talento visionario di uno scrittore come Roberto Pazzi. E il caso di questo romanzo che si pone una domanda: perché Cristo ha soltanto parlato, senza affidare mai nulla alla scrittura? Uscito per Garzanti nel 1989, tradotto in inglese, francese, spagnolo, portoghese e rumeno, accolto con favore da pubblico e critica, ha saputo anticipare la realtà, "prevedendo" l'esistenza di un Vangelo di Giuda ben prima che i recenti ritrovamenti archeologici ne rivelassero al mondo la scoperta. A Capri, nell'attesa della fine, l'imperatore Tiberio ascolta le parole di una enigmatica apparizione notturna: la donna recita i versi di una misteriosa opera su Gesù di Nazareth, mentre dalla Palestina, sullo sfondo di un impero in disfacimento, giungono inquietanti conferme della verità profetica del poema. Si consuma così il vero tradimento di Giuda: non quello di aver consegnato il Cristo alla morte, ma di averne imprigionato il messaggio nella scrittura, destinata a diventare strumento di dominio nelle mani di una casta di esegeti, che avrebbero attribuito alla sua parola il significato a loro più conveniente per esercitare la supremazia sugli uomini. Vincitore del Super Premio Grinzane Cavour nel 1990, "Vangelo di Giuda" è un'opera che fonde verità e proiezione fantastica per interpretare i silenzi della storia e rivelare le terribili ed eterne astuzie del potere.
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