I Bellelli e Degas. Iconografia e storia di una famiglia italiana
Quando Edgar Degas visitò per la prima volta l'Italia all'età di 20 anni nel 1854, il suo era qualcosa di più del normale viaggio di studi de rigueur comune per molti artisti francesi: stava semplicemente tornando a casa. Napoli era la città natale di suo padre, dove Edgar fu accolto da Hilaire, l'emigré "nonno Ilario", nel palazzo settecentesco costruito dal Sanfelice che negli anni a venire l'artista stesso avrebbe in parte posseduto. A Firenze si ricongiunse con un'altra parte della propria famiglia nella dimora di sua zia Laura Degas, sposata con Gennaro Bellelli. Mentre Degas era occupato a perfezionare l'arte del disegno in mezzo ai capolavori esposti nelle chiese e nelle gallerie, i suoi sforzi pittorici si concentrarono sui ritratti dei suoi parenti italiani. Uno di questi, La Famille Bellelli, conservata nel Musée d'Orsay, divenne il punto nodale di un enorme sforzo concettuale e questa enorme tela, psicologicamente penetrante, è il primo capolavoro dell'allora giovane artista. In gran parte basato su inediti documenti archivistici e corredato da un significativo apparato iconografico, questo libro ci aiuta a comprendere in profondità non solo la personalità dei vari membri della famiglia Bellelli, ma anche il dramma familiare legato al quadro, che si snoda per tutto il lungo, e per molti versi sconosciuto, periodo di gestazione del dipinto. In particolare, il libro getta nuova luce sulla figura di Gennaro Bellelli.
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