Roma città aperta
"Roma città aperta" riconduce lo spettatore a uno dei momenti più bui della storia di Roma: l'occupazione nazista. Il film di Rossellini, meglio di un romanzo o di qualunque saggio storico-politico, ha rappresentato lo stato d'animo e la topografia della città durante quei tragici mesi, mettendone in scena (per la prima volta in modo concreto e realistico) strade, chiese, ambienti, persone, palazzi e periferie. Con "Roma città aperta" Rossellini inaugura una sua poetica delle macerie. Le locations del film, seppure con parsimonia, impegnano l'intera città . Roma appare piegata, ma niente affatto domata, né tantomeno folclorica, albertosordesca o cartolina predestinata a vincere l'Oscar. E una capitale che cova la ribellione contro le avversità , di gente comune, dalla grande forza morale, fiera come la stessa Magnani che le presta il volto.
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