Marcus Jansen
Nato a New York City nel 1968, Jansen ha trascorso i suoi primi anni nel Bronx, il quartiere nero più duro e più caotico dell'intera area urbana newyorchese. È lì, racconterà lui stesso, che iniziò precocemente a vedere New York "come una grande tela, dove le persone costantemente si esprimevano creativamente su di essa" "as a like a huge canvas, where people were constantly expressing themselves creatively on it". "La mia prima influenza", dirà, "fu semplicemente New York. La città in se stessa è un'opera d'arte. Ovunque si guardi si trova una combinazione di graffiti e vecchie architetture. È un fantastico mix dell'espressione umana". La chiave del lavoro di Jansen, oggi, andrebbe probabilmente individuata in questo suo "riconoscere", fin da giovane, se non addirittura da bambino, lo spettacolo del reale, in maniera naturale, spontanea, come un "incantesimo" che sembrava avviluppare al contempo lui e le persone che incontrava sul suo cammino; e nel suo saperlo poi trasformare, da adulto, in magniloquente metafora artistica.
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