Alberico Gentili. Libro di varie letture virgiliane al figlio Roberto (Lectionis virgilianae variae liber. Ad Robertum filium, Hanau 1603)
«Della civiltà o della grammatica Due sono le ragioni principali della pubblicazione di questo libro. La prima è di carattere storico-critico: l'esigenza di studiare e far conoscere un'opera di Alberico Gentili mai finora tradotta dal latino e pochissimo studiata. Per l'istituzióne internazionale che promuove la conoscenza e l'opera del famòso "professore regio" di diritto civile nell'Università di Oxford, il proposito era doveroso. Tuttavia, il delicato e arduo lavoro portato a termine da Francesca Iurlaro è importante per una seconda ragione. Il testo che qui si presenta può essere considerato uno specchio critico della nostra presente civiltà. In esso, per tradizione familiare, il grande giurista legge e commenta le Bucoliche di Virgilio al figlio Roberto, il quale, per volontà del nonno e del padre, stava imparando a memoria l'intera opera del poeta latino, considerato in casa Gentili il massimo esempio antico di lettere e di virtù. Quando il padre terminava la lettura delle Bucoliche, Roberto compiva otto anni e due mesi (p. 319). Il ragazzo conosceva bene il latino, del quale sapeva "molto a memoria e qualcosa di greco" (p. 290); parlava l'inglese, sua lingua natale, il francese, idioma materno e l'italiano, lingua del padre. Alberico nota con soddisfazione la capacità linguistica del figlio, a un'età nella quale molti altri ragazzi sono ancora quasi incapaci di parlare (infantes). Il lettore odierno del testo è sorpreso tuttavia non dalla precoce maturità del ragazzo; colpisce ancor più la totale assenza di riguardo del padre per l'età del figlio, sottoposto a una esigente e amplissima ricognizione storico linguistica, letteraria, grammaticale e giuridica che impegnerebbe oggi seriamente qualsiasi ottimo studente universitario di un corso specialistico di filologia classica...» (Dalla Prefazione di Filippo Mignini)
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