Il leone di terracotta
Quando un'amica dei vecchi tempi ti chiede un favore, non puoi tirarti indietro. Così non può tirarsi indietro Margot Amati, scrittrice di gialli di successo, quando l'ex compagna di collegio Maria Beatrice Tornero d'Albrizzi la prega di aiutarla a far luce sulla misteriosa scomparsa, avvenuta ormai vent'anni prima, del fratellastro James, che lei non ha mai smesso di aspettare. Non è una detective, è vero, ma Margot, anche se solo attraverso i personaggi dei suoi libri, è abituata a condurre indagini. E i Tornero d'Albrizzi sembrano proprio una famiglia da romanzo: nobili di antichissimo lignaggio, vivono nella loro villa da sogno immersa nei boschi ubertosi dell'Alta Langa e sono ricchi, immensamente ricchi. Ma forse non tutto è come sembra. Margot scava, fa ipotesi, deve imparare a muoversi in un ambiente formalmente ineccepibile, ma nella sostanza spietato. Si scontra con l'ostilità della matriarca, la nonna Maria Laura Tornerò, che non vuole riaprire vecchie ferite, ma soprattutto vuole preservare a ogni costo segreti che tali devono rimanere. Matrimoni non propriamente felici, figli illegittimi, un impero economico solo all'apparenza florido. Sì, perché pare che il giovanissimo James, prima di scomparire dalla faccia della terra, si sia portato con sé una grossa fetta del patrimonio, dando così il via all'inesorabile decadenza del casato. Decadenza che il mondo non deve nemmeno sospettare.