Lo zoo di mezzanotte
Andrej e Tomas, dodici e nove anni, sono in cammino attraverso un paese devastato dalla guerra. Si muovono solo col favore delle tenebre, perché temono quegli invasori armati con gli stivali luccicanti che parlano una lingua dal suono duro, come schegge di legno che si staccano. Sono rom, sono abituati a vivere per strada, a cambiare ogni sera orizzonte. E questa non è la loro guerra, eppure i soldati sono lì anche per loro. Perciò fuggono con tutti i loro preziosi averi chiusi negli zaini. Ma il bene più prezioso di tutti, stretto tra un barattolo di marmellata e una spilla d'oro da vendere, è Wilma, la sorellina che ha solo pochi mesi di vita e bisogno di latte, calore, protezione, che forse è troppo piccola per essere affidata alle cure di due ragazzini. Non hanno una meta, ma Andrej ricorda solo le ultime parole gridate da sua madre: Scappate bambini! Poi, una notte, mentre scivolano silenziosi tra le macerie dell'ennesimo villaggio, si trovano davanti a una visione surreale nella sua bellezza: un piccolo zoo che i combattimenti sembrano aver miracolosamente risparmiato, con le gabbie ancora intatte disposte in cerchio, dove vivono una leonessa, un lupo, un cinghiale, un camoscio, un lama, un'aquila, un orso, una foca, un canguro e una scimmia. Sono incustoditi, affamati, allo stremo. Ognuno di loro ha una storia da raccontare, un dolore da dimenticare. Un sogno di libertà prigioniero delle sbarre dell'uomo.