Il giardino degli ulivi. Storia di una famiglia palestinese
Tel Aviv, Israele, 1998. Hamzi e sua figlia Ruba sono appena atterrati all'aeroporto Ben Gurion, ma l'accoglienza al controllo passaporti è quella che si riserva alle persone non grate. Sono cinquant'anni ormai che Hamzi ha dovuto abbandonare la sua terra, ora è cittadino americano e gli israeliani sono costretti a lasciare entrare quel palestinese che vuole rivedere i luoghi della sua infanzia. E così, durante quel pellegrinaggio della memoria, Hamzi inizia a raccontare a sua figlia la storia di suo padre Kamel e la drammatica epopea della sua grande famiglia. Akka, Palestina, 1913. Il giovane Kamel Moghrabi è felice di poter servire nell'esercito ottomano come ufficiale. Non sarà come tutti gli altri arabi, schiavi in uniforme dei dominatori. Lui entrerà nel grande sistema burocratico turco e cambierà le condizioni del suo popolo dall'interno. Ma bastano pochi mesi per aprirgli gli occhi: i turchi non concederanno mai il riconoscimento di alcun diritto ai palestinesi. Forse solo la guerra cambierà le cose per i popoli sotto il giogo ottomano, con gli inglesi in avvicinamento che incitano alla ribellione. Tornare sano e salvo in Galilea, ora sotto protettorato britannico, significa un nuovo inizio. Per il suo popolo però le peggiori sofferenze devono ancora arrivare: gli inglesi non solo non concedono l'autogoverno, ma favoriscono l'ingresso di migliaia di immigrati ebrei. Comincia così la stagione delle rivolte arabe. L'ultima speranza cade nel 1948 quando nasce lo Stato d'Israele.