Le nuove ferite degli uomini
Per lungo tempo l'uomo si è sentito sicuro del proprio potere, certo del proprio ruolo all'interno del sistema sociale, confortato dai privilegi derivati dalla posizione dominante. Poi sono intervenute le trasformazioni che hanno profondamente mutato l'identità femminile, e di conseguenza anche l'identità del maschio ha subito pesanti contraccolpi. Venute a cadere le arcaiche certezze della società patriarcale, come in un effetto domino sono stati travolti anche quei modelli - il padre-padrone, il guerriero, l'eroe, il dongiovanni - a cui gli uomini si sono ispirati per secoli, ideali di comportamento che se da un lato potevano creare inadeguatezza, dall'altro rassicuravano. Post-patriarcali e post-femministi, gli uomini di oggi non sanno più dove rifugiarsi. Il maschio di oggi si è scoperto nudo, vulnerabile. È in crisi, è ferito. In questo quadro si inseriscono anche i recenti fatti di cronaca - amplificati dalla sovraesposizione mediatica perché riguardanti uomini di potere - che sembrerebbero evidenziare ferite "nuove": un dilagare di bulimia sessuale e violenza fisica e/o psicologica nei confronti delle donne. In realtà una conferma del forte disagio maschile nella relazione col femminile, della volontà di degradare l'altro. Partendo dall'analisi del significato profondo di "maschilità", l'autrice vuole offrire un contributo alla ridefinizione della relazione tra sessi. Per "guarire" le ferite degli uomini, antiche e nuove, bisogna ripartire dall'intero ambito relazionale.
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