L'uomo che cambiò i cieli
Regno di Danimarca, XVI secolo. Jep sa che la vita non sarà clemente con lui. Al villaggio i ragazzi lo maltrattano, gli adulti lo evitano, non si fidano di quel giovane alto come un bambino che vede cose che gli altri non vedono, temono la sua deformità. Poi, in un mattino imbiancato di neve, una nave porta sull'isola un nobile signore, l'astronomo più rinomato d'Europa. Il suo nome è Tycho Brahe, re Federico II gli ha dato in feudo l'isola di Hven perché possa costruirvi un osservatorio. Tutti gli abitanti sono obbligati a contribuire con il loro lavoro: quell'aristocratico altero ed esigente è il padrone. Solo Jep il gobbo è contento dell'arrivo di quel signore severo che scruta sempre la notte, lo segue ovunque, diventerà il suo giullare. Di giorno, ai piedi del suo tavolo, prende gli avanzi di cibo e diverte gli ospiti; la notte, col permesso di Tycho, impara a leggere e scrivere, studia il latino, apprende la matematica. Perché solo guardando le stelle Jep dimentica la propria immagine riflessa nell'acqua del pozzo, le donne che non amerà, i figli che non potrà mai avere. Ma la Storia si fa beffe delle speranze degli uomini, in un giorno infausto, il re muore e appare subito chiaro che Tycho non gode del favore del suo successore... In una miscela di narrazione e ricostruzione storica, Francesco Ongaro riporta in vita un secolo straordinario e terribile e uno dei suoi protagonisti dimenticati, senza il quale l'astronomia moderna non avrebbe mai visto la luce.
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