Zoning/Mixité. Alle radici dell'urbanistica italiana e francese 1870-1945
Il territorio urbano europeo di oggi è sempre più connotato da processi di segregazione ed esclusione sociale ed è caratterizzato dal moltiplicarsi di enclaves ognuna destinata a specifici usi e attività. Molte colpe, per questa situazione, sono state attribuite al persistente utilizzo dello zoning, strumento centrale dell'urbanistica del XX secolo di molti Paesi, non solo europei. Allo stesso tempo, la nascente "urbanistica sostenibile" europea negli ultimi anni ha posto al centro della sua attenzione il concetto operativo di mixité con l'obiettivo di costruire una città più democratica ed egualitaria, fondata su rinnovate mescolanze sociali e funzionali. E proprio il rapporto conflittuale tra zoning e mixité ad essere argomento centrale di questo libro che contiene una ricerca comparativa tra Francia e Italia. Si sostiene qui che il rinnovamento o superamento dello zoning, non solo come strumento, ma come modo di progettare la città, possa essere possibile in modo pertinente solo dopo avere compreso in profondità le ragioni della sua origine e diffusione tra XIX e XX secolo. In Italia e in Francia: Per quale città era stato pensato ed elaborato? Con quali obiettivi e per quale società? Quando, perché e come si è cementato nelle fondamenta dell'urbanistica? Attraverso quali canali si è diffuso tra gli urbanisti e codificato nelle leggi? Come si rapportava ai suoi inizi con la mixité sociale e funzionale?
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