Autofiction
Orlando e Sofia sono due gemelli alla soglia del trentesimo compleanno. Sono anche i figli di Leone e Agata, registi cult e di avanguardia morti anzitempo in un incidente aereo, divenuti famosi per il loro film d'esordio - La musa divoratrice - e poi finiti nel dimenticatoio. Orlando, che odia comunicare, lavora come social media manager al Museo del Cinema. Non ha amici e consuma le serate mangiando da solo al ristorante cinese e guardando video di revenge porn. La sorella, invece, si è riciclata con scarso successo nell'arte contemporanea. Convive con Monica, una gallerista più vecchia di lei che espone soltanto donne, fra cui Sofia stessa; intanto, si diverte a tradirla in maniera compulsiva. Alle loro spalle, l'ombra lunga di aver perso il padre e la madre quand'erano appena ventenni, che li ha lasciati eredi di una casa piena di scatole e segreti - e, di fatto, incapaci di diventare adulti. Fino al giorno in cui, per una serie di casualità, non trovano una misteriosa sceneggiatura dal titolo Autofiction. Le parole di Leone e Agata, lì scritte, sembrano narrare la loro vita famigliare con una sola e sostanziale differenza: un fratello in più, di cui non sapevano nulla. Quando si smette di essere figli? E se non si fosse in grado di farlo? Iacopo Barison torna con un romanzo di stupefacente maturità, confermandosi il cantore di una generazione troppo spesso raccontata in modo superficiale, svelandoci il mistero che si cela in ogni famiglia felice e infelice a modo suo.