Sicario
La vita oscena portata all'eccesso Thorsten Ktihnemund la sognava fin da ragazzo. Un bel vestito di sartoria, scarpe di vernice, una berlina tirata a lucido, il tempo scandito da indagini di consumo, dati Nielsen, statistiche di profitto. Ora è manager ambizioso, elabora diagrammi per una compagnia petrolifera, e definisce le strategie di mercato dei prodotti che si vendono nelle stazioni di servizio affiliate. Da qualche mese ha una ragazza, Laura, il classico tipo che comincia a creare problemi dopo un po', perché è fragile, talmente tanto che ci sono giorni che puoi sentirle addosso l'odore aspro di sonnifero e nicotina. Ma non durerà. Thorsten ama scivolare sulla superficie del presente rinegoziando le cose come si fa con la merce. Il suo habitat è l'attimo, il futuro non conta. Magnus Taue è di quella stessa generazione, esercito di figli ricchi e dissoluti, avidi e impazienti tirati su da genitori capitalisti che hanno forse appena qualche valore in più. E idealista e si crede incorruttibile, peccato che abbia deciso di accettare l'incarico nel settore marketing dell'azienda per interesse, i soldi, diventando vittima del gioco di potere a cui pensa di tener testa, ribellandosi. Acido e scorretto, "Sicario" è il ritratto feroce della Società Dei Consumi, la diagnosi di un morbo che colpisce corpo, mente e moralità.
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