Fiori per me che profumo. Gli esorcismi di padre Ismael
Padre Ismael conosce il diavolo da sempre, sin dalla sua giovinezza africana, ancor prima della vocazione religiosa e del trasferimento in Italia. E conoscendolo sa di non essere immune alla sua fascinazione, di leggere anche dove non dovrebbe i segni della sua presenza. Quando Claire gli si avvicina per la prima volta, abbandonandosi nel segreto della confessione, non sembra la solita pecorella smarrita. Nonostante la diocesi di La Strada sia una piccola comunità, un borgo della campagna toscana sospeso nel tempo, Padre Ismael non l'ha mai vista prima. Ma ciò che di Claire colpisce, oltre al colore verdazzurro degli occhi e al fisico snello da ballerina, è il sentimento irrimediabile di perdita che si trascina dietro. Un male oscuro che le avvolge l'anima dalla sua festa di laurea. Cosa è accaduto quella notte in tanti arrivano a sussurrarlo, nella penombra del confessionale, con una morbosità che a Ismael appare eccessiva, fastidiosa: lo stato di ebbrezza, poi la perdita di controllo spinta all'estremo dall'arrivo di uno sconosciuto. Nelle pianure del Kasai la saggezza si riassume in due sole parole: prendere tempo. Perché affrontare il nemico appena s'intravede la sua ombra è presuntuoso e pericoloso. Ma quando intorno a lui cominceranno a susseguirsi delle morti misteriose, e un odore inebriante comincerà a sprigionarsi dal suo corpo a ogni pensiero impuro, Padre Ismael dovrà accettare la sfida del Maligno e iniziare a duellare con lui.
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