Un posto chiamato Oreja de Perro
Se un giornalista deve scrivere l'ultima lettera d'amore alla donna che ha perso, Oreja de Perro è l'unico posto in cui troverà il silenzio di cui ha bisogno. Profanato dalla violenza e delle persecuzioni negli anni del terrorismo in Perù, questo lembo di terra labirintica delle Ande è un deserto che urla, perché la voce di quel popolo risuona come se fosse stata strozzata e poi intrappolata in un pozzo. C'è odore di pioggia, di spore, monti che si arrossano quando cala la sera e una pace che non consola. Sarà per questo che le parole non arrivano, neanche a un cronista famelico di storie come lui, impegnato a raccogliere le testimonianze di quella gente per riconciliare il paese con la cruda memoria dei fatti. Lì, a Oreja de Perro, il dramma per la perdita di Paulo, suo figlio, si mescolerà a quello di un popolo, in una vicenda collettiva mai sepolta, che chiede di essere raccontata. Ma i ricordi personali pesano, anche quando si cerca di nasconderli dietro altri dolori. Romanzo evocativo, d'atmosfera, che si svela piano, Un posto chiamato Oreja de Perro è un lungo piano sequenza che scende in profondità a sondare abissi e impunità. Politico, civile, elegiaco, Thays ci restituisce la storia spesso trascurata di un paese, il Perù, che "è in piccolo un mondo intero".
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