La caduta di Baghdad
Nessun argomento è stato strumentalizzato più del crollo del regime di Saddam Hussein: una coltre di slogan propagandistici ha oscurato la realtà di ciò che il popolo iracheno ha sopportato sotto Saddam e sopporta tuttora. Giunto a Baghdad nel febbraio 2003, Jon Lee Anderson ha condiviso con la popolazione irachena l'ansia crescente con cui la città si preparava a quella che si preannunciava come un'inevitabile invasione. Attraverso il suo autista Sabah, dichiaratamente contrario al regime e prezioso legame con la vita quotidiana, Anderson ci introduce nel cuore del dramma di un popolo catapultato dal terrore della tirannia di Saddam Hussein all'atmosfera surreale di Baghdad prima degli attacchi aerei fino alla disastrosa presa di potere da parte degli americani. Raccontando una tragedia di dimensioni epiche attraverso le vicende della gente comune, attingendo alle proprie risorse di resistenza e coraggio e muovendosi sempre in modo autonomo sul campo, Jon Lee Anderson ha saputo creare il ritratto di un'umanità in condizioni estreme e cogliere lo stato d'animo di chi si sente intrappolato in una città presa d'assedio. La sua testimonianza è dotata di un'incisività e di una forza letteraria tali da rievocare classici della letteratura di guerra come "Omaggio alla Catalogna" di George Orwell, "Hiroshima" di John Hersey e "Dispacci" di Michael Herr.
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