Il gioco d'azzardo. Saggio filosofico e critico sulli giuochi di azzardo
Per essere utile alla società, un giovane filosofo del '700, guarito dall'ossessione del gioco, ricostruisce il meccanismo attraverso il quale l'insana vertigine si insinua nell'animo umano: prima sotto le spoglie dell'onesto divertimento, dopo come bisogno esclusivo che arriva a dominare tutte le facoltà dell'animo. L'uomo allora si trasforma in giocatore e perde ogni rapporto col tempo e con la realtà: vive solo in funzione della sua passione. L'opera si impone come originale e acuta riflessione sui comportamenti patologici dei giocatori d'azzardo cento anni prima di Freud e della psicoanalisi. Il testo è accompagnato da un'ampia introduzione che colloca l'autore e l'opera nel contesto storico e culturale dell'Europa dei Lumi, in un percorso in cui interagiscono conoscenze offerte oltre che dall'analisi storica e dalle scienze umane, dagli attuali studi delle neuroscienze, dalle psicologie dinamiche e del comportamento.
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