Il genio familiare. Vita di Franco Lucentini scritta da suo fratello
In una Roma anteguerra, vivace e affollata, il ragazzo Franco studia filosofia greca, elabora una teoria matematica sull'origine dell'universo e finisce in galera per una burla memorabile giocata al regime di Mussolini. A Regina Coeli perfeziona la conoscenza del cinese: che è solo una tra le diciassette lingue, vive e morte, che da autodidatta impara a tradurre in maniera impeccabile pur continuando a pronunciarle con accento romanesco. Scampato alle peripezie della guerra, lo ritroviamo addetto stampa per gli Alleati e poi promettente giornalista dell'ANSA. Ma presto la sua irrequietudine (o una delusione d'amore?) lo spinge ad abbandonare la carriera e a vagare per mezza Europa. Ha scritto, nel frattempo, i suoi primi bellissimi racconti: "I compagni sconosciuti", "La porta", "Notizie degli scavi". Si fermerà a Parigi, dove prende moglie e dove incontra Carlo Fruttero. Nella foresta di Fontainebleau si costruisce con le proprie mani una casa affascinante e bislacca. La sua attività di scout per l'editore Einaudi porta in Italia le opere di Borges e di Robbe-Grillet. Quanto a lui, in Italia talvolta ci torna addirittura in motocicletta, con lunghe corse notturne attraverso la Francia: ed è il rombo di quel motore ad accompagnare fino ai giorni nostri il veloce racconto scritto da suo fratello.
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