Passeggiando sul baratro
Kora, l'eroina del romanzo, esprime le contraddizioni dell'essere femminile. Il costante senso di bilico generato da un prevaricante timore di commettere errori, la rendono inesorabilmente prigioniera di sensi di colpa, che reprimono il suo essere. Desiderosa di uscire dal baratro, partecipa a un progetto sociale, proponendosi come volontaria all'interno di un carcere femminile per risollevare le sorti di una detenuta. Guidata dal suo amore verso il prossimo Kora si trasforma in "deus ex machina" continuamene reversibile e ci appare come una donna ora in carne e ossa, ora in pauroso alito di spettro ora in inquietante incarnazione di una progenie dannata a soffrire. Rupert, l'antropologo, è il deuteragonista, che tenta invano di scoprire i lati oscuri di Kora. Essi scoprono dopo, soltanto dopo, di essere la stessa persona.
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