Io, Ribot. La mia vita da Figlio del Vento
Sì, lui, Ribot, il cavallo del Secolo, il primo vero atleta soprannominato Figlio del Vento (Carl Lewis è arrivato molto dopo), che per primo riconsegnò a tutta l'Italia un orgoglio nazionale appassito e tremendamente a caccia di un simbolo da presentare al mondo. Il cavallo che, andando a battere il portacolori della Regina Elisabetta a casa sua e vincendo per ben due volte l'Arc de Triomphe, è entrato nella leggenda lasciando a distanza siderale tutti i migliori del pianeta. Il cavallo che si meritò prime pagine di giornali, volumi e volumi, intere trasmissioni di una nascente televisione, come solo Coppi e Barrali erano stati capaci all'epoca. Rimasto ancora oggi imbattuto in sedici corse anche di primissimo livello mondiale, un'icona del galoppo, i suoi discendenti dominano ancora nel 2011 la scena in Usa, Australia, Giappone, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Irlanda, Sudafrica. All'autore è piaciuto rivelare il "dietro le quinte" di questa straordinaria carriera dall'inedito punto di vista del protagonista: il lavoro, le amicizie, le idiosincrasie, le emozioni... e, orgoglioso e stizzito davanti a molti campioni degli anni Ottanta e Novanta, il desiderio di rimettere le cose della Storia al loro posto. Insomma, partendo dai fatti e da aneddoti veri, raccontare il campione e le sue imprese provando a entrare nella testona "brutta e sgraziata" (la definirono) di uno dei più grandi atleti di tutti i tempi.