Donne, vodka e gulag. Eduard Streltsov, il campione
Negli anni Cinquanta, Eduard Streltsov era una giovane stella della Torpedo Mosca e della Nazionale sovietica. Il ciuffo alla teddy boy, lo spirito ribelle, vodka a volontà, vita notturna e avventure amorose. Bello, dannatamente bello e pericolosamente "occidentale" per il regime comunista. Così, a soli 20 anni, alla vigilia della Coppa del Mondo, si trovò a dover affrontare la partita più difficile della sua vita. L'accusa di violenza sessuale, e una scelta: proclamarsi colpevole e volare in Svezia a sfidare Pelé, come gli fu promesso dalle autorità, oppure gridare la sua innocenza? E dietro tutto questo c'era forse la vendetta di una potente donna, membro del Politbjuro? Sullo sfondo del controverso rapporto fra sport e comunismo, questo libro racconta, la carriera spezzata del più grande talento del calcio russo, capace di segnare 25 gol in 38 partite con l'Urss. I precoci successi, le macchinazioni della propaganda, il giallo attorno al processo per stupro, i 5 anni trascorsi nel gulag, dove sopravvisse giocando a calcio e dilettando i funzionari del Partito, fino al clamoroso ritorno in campo guidando la Torpedo al titolo nazionale.