Guardare le figure. Gli illustratori italiani dei libri per l'infanzia
Il Collodi disegnato da Mazzanti e da Chiostri, il De Amicis illustrato da Ferraguti e da Sartorio, il Salgari di Gamba o di Zanetti; e ancora Yambo, Canevari, Pinochi, Tofano... Tra la fine dell'Ottocento e la metà del Nove-cento, gli illustratori italiani dei libri per bambini hanno fatto ben più che aggiungere le "figure" ai testi che dovevano corredare. Hanno dato forma e colore al mondo del nostro immaginario. Hanno raccontato, con quella schietta determinazione che è indispensabile per conquistare i bambini, le nostre emozioni più profonde, le nostre sensazioni più vere: i dubbi e le paure, le gioie e le allegrie. Messe in fila una dopo l'altra, le illustrazioni di quei "figurinai" compongono, meglio forse di ogni altro materiale, i tratti del nostro carattere nazionale, i contorni della nostra formazione identitaria. Antonio Faeti può a buon diritto essere definito l'insuperato scopritore di questo mondo. Quando, nel 1972, vide la luce la prima edizione del suo libro, nessuno aveva ancora avviato una riflessione del genere. E a ben vedere, a distanza di quarant'anni, pochi l'hanno saputa davvero proseguire. Questa edizione, che l'autore ha voluto corredare di una nuova, densissima introduzione, è l'occasione per riaprire il ragionamento, per rifare il punto. Nelle parole dell'autore questo libro non è "né una storia della letteratura per l'infanzia, né una storia delle illustrazioni dei libri per bambini", è molto di più.
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