Storia dell'arte nell'Italia meridionale. 5.Il Mezzogiorno austriaco e borbonico. Napoli, le province, la Sicilia
I circa centocinquant'anni che vanno dagli inizi del Settecento all'Unità d'Italia conobbero avvenimenti che mutarono radicalmente le condizioni politiche, sociali, istituzionali del regno meridionale, nonché la produzione artistica, specie nel campo dell'architettura. Trattando dell'arte meridionale del XVIII secolo, occorre innanzitutto registrare l'"internazionalizzazione" della propria cultura artistica; che ha come sfondo il fenomeno decisivo dell'Illuminismo. L'Ottocento si apre invece con i fatti rivoluzionari del 1799 e con la successiva dominazione francese, che segnerà un punto di svolta nella cultura artistica, influenzata fortemente dai modelli d'oltralpe. Dal classicismo di Paolo De Matteis e Francesco Solimena alla grande architettura del periodo borbonico, con il fiorire dei siti reali, primo su tutti la reggia di Caserta progettata da Luigi Vanvitelli, il volume ripercorre l'intero arco di una produzione che ha dato i suoi esiti più alti non solo nelle arti "maggiori" (le sculture di Domenico Antonio e Lorenzo Vaccaro, la prolifica stagione del vedutismo con Giovan Battista Lusieri e Antonio loli), ma anche nelle arti applicate (le grandi dinastie di argentieri, riggiolari e marmorari attivi nella capitale e nelle province del regno).