Lo sciame virale
Nella temperie del subdolo corona virus divampato nel ventesimo anno del secolo attuale, uno scrittore dai titoli indubbi nel tempo, viene colpito non meno subdolamente nel fisico, quanto nella professione, costretto nei suoi ultimi giorni a stendere una sorta di testamento pubblico, quanto privato senza riserve. I referti medici e quelli editoriali non lasciano dubbi sul corrivo che lo va dilaniando, e il personaggio s'industria a organizzarsi una fine che resti, almeno quella, memorabile, intanto passando in rassegna affetti e amicizie con analisi paranoiche, attraverso pagine dolorosamente impietose. Apologo di vivissima attualità, "Lo sciame virale" illustra un'intera vita dedicata alla scrittura con un linguaggio ad alto potenziale poetico, attraverso percorsi analitici in cui hanno larga parte l'ironia e il sarcasmo, stagliandovisi l'olocausto finale quale indigesto "harakiri" di sicura allusione narrativa.
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