Con la scusa delle favole
Affresco d'una famiglia assurta a nocciolo impietoso dell'intero Paese nell'Anno Santo pacelliano, in "Con la scusa delle favole" Carlo Villa penetra nelle stanze vaticane, pittorescamente parificandole all'alloggio familiare che incombe sull'allucinata bottega paterna stipata di santi e messali a ridosso del tetro Vicariato romano e della non meno allusiva sede della DC di piazza del Gesù, retrostante la Piazza Venezia di mussoliniana memoria. Vi si stagliano nel brulichìo orroroso di così tanti inauditi acquartieramenti, un padre cavaliere della fede e colonnello della guardia pontificia, vindice sul pruriginoso adolescente, protagonista del racconto infernale, che nel tentativo di salvarsi, penetra in luoghi sempre più franosi e impervi manovrando vendette intestine ed evasioni velleitarie, frequentando disperatamente forme espressive sempre più privo d'un domani, assediato dalla pandemia d'un Covid 19 di leopardiana giaculatoria: «È funesto a chi nasce il dì natale»: d'un notturno proveniente anch'esso dall'Asia infettiva.
Al momento non disponibile, ordinabile in 3 settimane circa