Un guaio che non è stato preso in esame
Più che una raccolta poetica tradizionale, ci troviamo di fronte a un'esplorazione di confini. Nei contenuti dei testi, l'autrice si volge a scandagliare il limite, la demarcazione tra l'esistenza e la non-esistenza, che non consiste nella morte, ma nella mancata partecipazione alla vita e alla sua caleidoscopica vertigine, l'assenza di coraggio nell'affrontarne il peso, la forza, così come l'incapacità nell'abbandonare le direzioni sbagliate, i vicoli ciechi. Gli argomenti traggono sostegno da un'espressività che è anch'essa un'indagine, e allo stesso tempo una fusione e un superamento dei generi, e più specificatamente, del margine tra la prosa e la poesia, nel tentativo di raggiungere una formula "né familiare né antica, ma elegante, maestosa, distinta dal dire comune" (Giacomo Leopardi), e con Leopardi d'accordo nel ritenere che "Una lingua non è bella se non è ardita, e in ultima analisi troverete che in fatto di lingua, bellezza è lo stesso che ardire...".
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