Superbia
Dei sette vizi capitali, la superbia è quello che più degli altri può dar vita a una controversia su che cosa sia o non sia peccato. Dopotutto, senza orgoglio, versione positiva della superbia, è assai meno probabile raggiungere l'eccellenza nel campo che si è scelto. E dunque un'ottima cosa essere orgogliosi di sé, della propria comunità, del proprio paese. Ma quando le cose si spingono troppo in là, queste virtù si trasformano in peccati mortali. E interessante osservare quanto la superbia e l'orgoglio siano duttili e concettualmente adattabili a una vasta gamma di circostanze emotive, etiche e intellettuali. Si possono sperimentare differenti tipi di orgoglio: ferito, perduto, riconquistato, offeso, ingiustificato. E la superbia si manifesta come vanità, arroganza, temerarietà, hybris... Michael Eric Dyson passa in rassegna le varie dimensioni di questo "vizio virtuoso", individuandone le radici filosofiche e teologiche attraverso l'esame delle trasformazioni cui è andato incontro nella civiltà occidentale. Per Aristotele, l'uomo che si considera meno meritevole di quanto in realtà sia pecca di "umiltà indebita", di "pusillanimità". Per Martin Luther King, i neri saranno veramente liberi quando spezzeranno i ceppi dell'autoannientamento e saranno capaci di un autentico rispetto di sé. Questo libro fa luce su un sentimento davvero multiforme, virtù indispensabile da un lato, peccato mortale dall'altro.
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