Avarizia
Cupidigia. Avidità. Grettezza. Insaziabile ingordigia. Ambizione smodata. Desiderio incontrollato. Conformemente al suo carattere rapace, l'avarizia opera sotto una molteplicità di pseudonimi, si manifesta in forme diverse e ovunque semina distruzione tra gli uomini. In questo libro arguto, Phyllis Tickle sostiene che l'avarizia è "la madre di tutti i vizi capitali", la fonte prima della superbia, dell'invidia, dell'accidia, della gola, della lussuria e dell'ira, e mostra come le principali religioni, dall'induismo al buddhismo, dal taoismo al cristianesimo, la considerino il più grande flagello a cui gli uomini possano abbandonarsi, capace di sbaragliare tutte le virtù. Attraverso opere come "Il canto di Natale" di Dickens, i dipinti di Pieter Bruegel e Hieronymus Bosch, ma anche il film Wall Street e i quadri del pittore italiano contemporaneo Mario Donizetti, l'autrice illustra l'evoluzione del nostro modo di vedere l'avarizia: se nel Medioevo era concepita come nemico spirituale che il credente doveva combattere imbracciando le armi della fede, della verità e della giustizia, la "secolarizzazione del male" caratteristica della modernità ne mette a fuoco la tragicità ma anche il fascino. Avvincente e profondo, "Avarizia" esplora tutta la gamma delle sottili sfumature di questo vizio capitale, il più sociale e il più politico dei peccati, come mostra sin troppo chiaramente il mondo contemporaneo.
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