Il carnevale delle idee. L'antipedanteria nell'età della stampa (Venezia, 1538-1553)
Attorno alla metà del Cinquecento, Venezia diventa la capitale europea del libro a stampa. Dopo la grande stagione umanistica e il tramonto del sistema cortigiano, i letterati possono reimpiegarsi all'interno delle tipografie come collaboratori editoriali; i lettori si moltiplicano; la cultura sembra essere alla portata di (quasi) tutti. Eppure, in questa contingenza apparentemente propizia, alcuni scrittori lamentano l'eccessiva facilità con cui, ora, è garantito l'accesso al mondo delle lettere. Questo saggio tenta appunto di indagare le ragioni di un malessere che derivava, per i letterati, dal riassetto della loro funzione sociale, concentrandosi sui testi di alcuni autori (Aretino, Lando, Franco, Doni) in lotta contro le mode letterarie e contro gli idoli di un sapere ormai vetusto, per verificare come istanze squisitamente individuali si trasformino, lentamente ma inesorabilmente, in un vasto sisma ideologico che contribuisce a condurre il sistema dei saperi fuori dalle secche di un secolare immobilismo.
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