Mery
Meri è Mariantonia, la figlia di Peppa Brundu, una delle tante ragazze che negli anni 60 partivano, quasi bambine, dai paesi della Sardegna verso le città del Continente - Roma, Milano, Torino, Genova - per fare le domestiche, sas teraccheddas. Tornavano, dopo poco tempo, completamente cambiate, con pantaloni e camicie attillate, pettinature vaporose, trucco e rossetto e, soprattutto, parlavano in modo diverso, non parlavano più il sardo, parlavano il romanesco, il milanese e le altre parlate delle nuove città di residenza. Tornavano portando nei paesi, ancora saldamente legati alle tradizioni culturali e alle condizioni economiche della società contadina e pastorale, le cose nuove delle città, i simboli della modernizzazione, e riempivano sas carrelas di musica, fotoromanzi, colori, allegria e sogni. Erano gli anni del boom, l'Italia cresceva, produceva e distribuiva ricchezza e si modernizzava. E anche la Sardegna, a modo suo, partecipava alla modernizzazione del Paese, aggiungendo però nuove contraddizioni a quelle vecchie. Il libro cerca di dare conto di queste contraddizioni, lungo un racconto dai toni diversi, talvolta tragici e altre volte ironici.
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