Testimone il vino
Tra letture onnivore e bulimiche di Marx e Lenin, Gramsci e Dostoevskij, Sartre e Pavese e serate trascorse a bere nelle bettole e a sorbirsi con spirito masochista i cineforum dove si proiettavano i film di Bergmann e Antonioni o le pellicole tragiche e soporifere provenienti dall'Europa comunista dell'est, tra interminabili riunioni di sezione e cortei più o meno pacifici, quello che trapela dalle pagine di questo romanzo è il racconto di uno spaccato generazionale di "comici, spaventati guerrieri" che oggi viaggiano sui settanta, che volevano fare la rivoluzione e che hanno vissuto in un'epoca, gli anni '70, contrassegnata da forti ideologie, da antitetici schieramenti (i rossi e i neri) da serate trascorse seduti sulle panchine a tirar l'alba, parlando dei massimi sistemi e di varie amenità . Ma è anche il racconto di una travagliata storia di complicate amicizie e di due diversi amori del protagonista verso due ragazze, una rivoluzionaria e l'altra piccolo-borghese, gestiti in modo schizofrenico e tragicomico, con un finale triste e solitario e come complice soltanto un fiasco di vino.