Benozzo Gozzoli. Fuggire la peste
Benozzo Gozzoli arriva a Pisa nell'inverno del 1468. Dopo l'Umbria e la Firenze di Piero de' Medici, lo aspetta un'opera "terribilissima", come la definirà Giorgio Vasari: il ciclo di affreschi per il Camposanto, grazie al quale si conquisterà un posto d'onore tra i maestri del Quattrocento toscano. Ma alla vita d'artista s'intreccia quella di uomo, combattuto tra i doveri di bottega, le ambizioni personali, la famiglia e l'istinto di sopravvivenza: la peste infatti segna il suo passo e sembra soffocarlo. Assistiamo così ai tormenti interiori di chi tenta di fare i conti con le proprie paure, in una città che dopo averlo accolto sembra lentamente volerlo allontanare. Ma fuggire non gli basterà, perché "a forza di scappare, ci si scorda di coprire le tracce".
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