Colonie senza un impero. Società, rivolte e legislazione schiavista nei territori danesi d’oltremare (sec. XVII-XVIII)
Tra il XVII e il XVIII secolo la Danimarca partecipò, seppur tardivamente, allo slancio coloniale verso l’Africa, l’Asia e il Nuovo Mondo. A partire dal possesso dei territori della Nova Dania, nei dintorni del Labrador, i danesi conseguirono Tranquebar in India; costruirono come punto strategico per i commerci Frederiksborg sulle coste dell’attuale Ghana e acquisirono le isole caraibiche di Saint Thomas, di Saint John e di Saint Croix, le cosiddette indie occidentali danesi. Nell’inserirsi in una delle attività più redditizie dell’epoca, quale era la produzione e il commercio dello zucchero di canna, la Danimarca fece ampio uso di manodopera schiavile proveniente dall’Africa. Ma per prevenire fenomeni quali la fuga degli schiavi dalle piantagioni (il cosiddetto marronage) e le loro violente rivolte, i danesi si dotarono di una legislazione schiavista considerata tra le più punitive e crudeli in vigore nel Nuovo Mondo. Nel libro si ripercorre la storia della Danimarca, dalla prima età moderna – passando per l’acquisizione e l’amministrazione dei territori d’oltremare – alla legislazione schiavista adottata nelle colonie, fino ad arrivare all’abolizione della tratta, con un atto promulgato nel 1792, ma divenuto effettivo solo nel 1803.
Al momento non disponibile, ordinabile in 3 settimane circa