Il gusto del sakè. Ozu Yasujiro e il suo cinema
Quando nel 2012 la rivista inglese «Sight and Sound» condusse un sondaggio fra differenti e autorevoli registi di nazionalità diversa per designare il miglior film di tutti i tempi, il titolo più citato fu, davanti a 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick e a Quarto potere di Orson Welles, Viaggio a Tokyo di Ozu Yasujiro. Ozu è oggi unanimemente considerato come uno dei grandi cine-pensatori della storia della settima arte. Un regista che – al pari di altri grandi come Griffith, Ejzenštejn, Dreyer, Ford, Renoir, Welles, Bresson, Godard o Kubrick – ha dato corpo, attraverso i suoi film, a una vera e propria filosofia della vita e del cinema, grazie a uno sguardo – filmico – che, come quello dei più “grandi”, non adatta le proprie scelte stilistiche ai personaggi e alle storie narrate – che poi erano sempre gli stessi – ma piega questi a un proprio universo espressivo che, nel senso letterale e traslato dell’espressione, è una vera e propria “visione del mondo”. Questo libro ripercorre la carriera del regista, si concentra sui suoi temi essenziali – quelli della famiglia e, soprattutto, del rapporto fra genitori e figli all’insegna dell’inevitabile mutare dei sentimenti e delle relazioni umane – e su come la rappresentazione del quotidiano e dell’ordinario sia riuscita, grazie a uno stile unico e inimitabile, ad approdare a una dimensione universale, facendo del “più giapponese dei registi giapponesi” qualcuno in grado di toccare le corde e parlare alle spettatrici e agli spettatori di tutti i tempi e di tutti i paesi.
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