Geografie critiche della cooperazione internazionale
Negli ultimi decenni la geografia della cooperazione internazionale è cambiata profondamente e le sue forme convenzionali, centrate sulla divisione binaria Nord-Sud del mondo, sono state ampiamente rivisitate. L’esperienza del colonialismo e i processi di globalizzazione hanno contribuito a definire i rapporti di forza tra gli stati e gli attori del sistema mondiale, mentre la progressiva crisi dell’egemonia occidentale e il peso acquisito da Cina e altre economie emergenti del BRICS+ stanno guidando la transizione verso un nuovo ordine multipolare. In parallelo, la diffusa adozione di politiche neoliberiste ha consolidato geografie della povertà disseminate su scala planetaria, nelle quali la crescita delle diseguaglianze si accompagna con l’esistenza di ampie regioni marginali anche nei paesi tradizionalmente considerati come parte del «Nord del mondo» ricco e sviluppato. In questo contesto caratterizzato da forte competitività e relazioni egemoniche, quali spazi di solidarietà e cooperazione è possibile costruire? Quali soggetti stanno emergendo accanto agli attori tradizionali e quali strumenti mobilitano? Chi decide quali azioni, logiche, interventi avviare per sostenere processi di sviluppo, di giustizia e di pace a livello locale, regionale o globale? Quali particolari tematiche concentrano l’attenzione odierna di agenzie finanziatrici, organismi cooperanti e gruppi locali? Il volume affronta queste e molte altre domande accompagnando lettrici e lettori nella costruzione di una geografia critica della cooperazione internazionale, sia per praticarla sul campo sia per provare a rispondere alle diverse questioni e contraddizioni che solleva.