Perché ti ho perduto
Lei è Alda Merini, "la poetessa dei Navigli", una voce libera da ogni travstimen-to, un'anima che non conosce finzione, non accetta il compromesso. La chiamano folle e lei si abbandona alla follia, al tempo stesso, condanna e benedizione. È ancora una bambina quando il bombardamento di una guerra troppo vicina distrugge la sua casa e l'allontana dalla città e dalla scuola. Diventa la rivelazione del cenacolo di Giacinto Spagnoletti e la giovanissima amante di Giórgio Manganelli, adorato compagno delle discese nell'abisso della sua mente abitata da ombre. Alda ci prova ad aggrapparsi alla realtà, al marito, alle figlie, ma la normalità la opprime e la rende incapace di accettare il compromesso disumano che soffoca l'urlo fiero e doloroso della sua anima. Solo grazie alla poesia può dare un nome al mondo fantasmagorico che« abita con strazio è incanto. Internata in manicomio, attraversa un pèrcorso di cadute e resurrezioni. In quella stanza bianca non è mai sola: accanto a lei ci sono le visioni e il ricordo di Giorgio che ha perduto, le altre anime sofferenti di quella bolgia infernale, ma soprattutto c'è la sua amica. Celeste, che cela un segreto indicibile. Vincenza Alfano riscrive liberamente alcune pagine della biografia di Alda Merini e, attraverso una trasfigurazione fantastica, ne ripercorre le pieghe più nascoste in un gioco di specchi che ci rimanda la sua storia di speranza e di felice condanna.
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