Boris Vian
Cantante senza essere uomo di spettacolo. Polemista ma non autore di pamphlets. Libertario ma non contestatore. Scrittore ma non intellettuale. Classico ma all'avanguardia. Sceneggiatore, traduttore, amante del bricolage, pittore, trombettista, appassionato di motori, interprete, favolista, attore, patafisico, obiettore di coscienza, poeta e, ovviamente, romanziere: il "Principe di Saint-Germain-des-Prés", alias Vernon Sullivan, aveva tante personalità e altrettanti pseudonimi. Ma cosa si nascondeva dietro il sorriso enigmatico di "Bison ravi"? Un cuore fragile con un senso di morte sempre alle calcagna, un ingegnere del verbo, dello swing e della vita, risponde Valère-Marie Marchand, che pone la domanda di Queneau: quando e come l'autore di "Le déserteur" è diventato Vian? Ce lo racconta chi lo ha conosciuto e frequentato, prima fra tutti Michelle Vian, con testimonianze inedite di Guy Beart, Claude Bolling, Juliette Gréco, Robert Massin, Georges Moustaki, J-B. Pontalis... Arricchita da documenti e da un lessico puntuale e accurato, questa è anche la biografia di un'epoca, quella dei club di jazz, dell'esistenzialismo, dei 45 giri e delle commissioni di censura. L'eccentrico autore di "La schiuma dei giorni" e "Sputerò sulle vostre tombe" non si era mai mostrato in tutte le sue incredibili sfaccettature.